Nove gennaio 1963: in un anonimo e misero appartamento romano muore una donna di settantaquattro anni. Il suo nome, Adele Croce, non dice niente a nessuno. Tantomeno evoca particolari emozioni nei cronisti e nei lettori del tempo il suo nome d’arte, Yvonne de Fleuriel. Nell’Italia della Olivetti lettera 22, della Cinquecento, delle gite fuori porta, delle gemelle Kessler in bianco e nero. la morte di una sfiorita sciantosa, uscita dal cono di luce dei palcoscenici da più di trenta anni, cade nel silenzio più totale. Soltanto “Bianco e Nero”, la rivista del Centro Sperimentale Cinematografico, le dedica un delicato saggio che la restituisce, con tutto il suo fascino misterioso di donna e di attrice, ai frenetici anni della Belle Epoque e ai languori del cinema muto.
mar 08