Siamo nel 1741. I pubblici tavolari Cesare De Gasparre e Bartolomeo Marchione vengono incaricati di stendere un volume per la preparazione del Catasto da inviare al Ministro della Regia Camera di Santa Chiara. Il manoscritto redatto dai due tavolari, conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, è stato di recente studiato dall’Architetto Corrado Valente, ed è grazie al suo lavoro che oggi possiamo venire a conoscenza di nuove e straordinarie notizie sul Convento di San Francesco.
Nel manoscritto sono raccolte alcune eccezionali platee che forniscono preziose informazioni sull’insediamento dei Francescani a Teano, sui vasti possedimenti del Convento e sulla struttura del Convento. Ma ciò che maggiormente ha suscitato la nostra attenzione è sicuramente il disegno che, sebbene impostato su una improbabile prospettiva, ci consente di avere una esatta visione dei vari corpi che costituivano il complesso monastico – 1 -la facciata della Chiesa; 2 -l’ingresso al convento; 3 e 4 – la Casa del Santo Monte dei Morti; 5- la Chiesa del Monte dei Morti; 6 – il Professato; l’orologio e il campanile, – ma soprattutto una perfetta rappresentazione del Chiostro originario così come doveva essere all’atto della fondazione del Convento nel 1330 circa. Purtroppo, le trasformazioni intervenute nel 19° secolo (prima cancelleria e caserma, poi teatro comunale, successivamente istituto scolastico e, infine, uffici comunali) hanno ridotto lo spazio armonioso del chiostro, circondato da venti arcate, ad un’area piatta e anonima sommersa da superfetazioni di pessimo gusto.
In noi la Platea di San Francesco ha fatto nascere un sogno impossibile: cancellare gli scempi compiuti dai nostri padri su un’area tanto bella e riportare, per quanto è ancora possibile, un Chiostro che parla di arte e di fede alla sua antica dignità. Speriamo che siano in tanti a condividere il nostro sogno.