A tutti noi sarà capitato di entrare nel cortile del Comune e trovarci dinanzi al Cavaliere scolpito sulla misteriosa pietra tombale collocata proprio all’ingresso del Museo del Risorgimento. Spesso dei chiarimenti sul personaggio rappresentato ci sono stati richiesti anche dai forestieri in visita a Teano. Abbiamo sempre dato risposte vaghe e incerte e abbiamo fatto le ipotesi più disparate, tutte, purtroppo, prive di ogni fondamento.
Recenti acquisizioni documentali ci consentono oggi di dare con certezza un nome al misterioso cavaliere che riposa con le mani incrociate e armato di tutto punto con due corte spade. Sono due gli elementi iconografici che ci guidano nell’identificazione: il primo elemento è la croce rinforzata scolpita sul petto del cavaliere (la stessa che si vede sui lati del portale d’ingresso della Chiesa di San Francesco), il secondo è una piccola nave stilizzata scolpita sul lato sinistro del petto. La croce rinforzata ci riporta senza ombra di dubbio allo stemma della famiglia Marzano, la piccola nave ci fa dedurre che il personaggio ha rivestito un ruolo di comando nella marina militare del tempo. Se a questi due elementi aggiungiamo le notizie già riferite dal Broccoli e dal Canonico De Monaco nei loro scritti, possiamo giungere alla conclusione che nel misterioso personaggio deve essere identificato Goffredo Marzano, signore di Teano dal 1373, già grande ammiraglio del regno di Napoli per nomina di Roberto d’Angiò e grande plenipotenziario del regno angioino durante la reggenza della Regina Giovanna I e di Carlo III e, infine, gran camerario di re Ladislao II. Generoso benefattore del convento di San Francesco (di qui la croce rinforzata scolpita sul portale della Chiesa), don Goffredo dopo la sua morte, avvenuta in circostanze e data sconosciute, fu tumulato vicino all’altare di Sant’Antonio. Durante i lavori di trasformazione in stile barocco della chiesa, iniziati agli albori del secolo XVII, la tomba di Goffredo fu trasferita dalla Chiesa al chiostro del Convento, diventato oggi cortile del Comune, finchè finchè per incuria e ignoranza degli uomini del monumento funebre del Marzano non è rimasta che la consunta lastra marmorea che oggi giace, triste e dimenticata, in un angolo del cortile.